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Carnet de voyage #4: Düsseldorf, Dortmund, Mannheim

di Davide Stefanetti



26 dicembre 2022 , ore 18.56

Düsseldorf



È importante fare ordine nella propria vita, non nel proprio appartamento, questo è lapalissiano, ma sistemare nella giusta posizione sensazioni e pensieri è categorico.

Per esempio, scorre più veloce il Reno o è il vento a soffiare più forte sfruttando la corrente del fiume?

Oppure, avrei preferito un viaggio liscio, senza intoppi, o i continui problemi e i tre cambi che hanno causato un’ora e mezza di ritardo hanno esaltato le mia capacità di problem solving?

Sistemare al giusto posto i quesiti, fare chiarezza, aiuta a comprendere questo strano 26 Dicembre, lontano da casa e decisamente diverso da quasi 40 anni di feste in famiglia. Famiglie a volte diverse, ma mai singolari come in questo giorno.

Durante i chilometri macinati sulle rotaie tedesche decine di famiglie si sono date il cambio sui vagoni, stazione dopo stazione. Alcune erano tremendamente cariche di bagagli e di stress, altre di soli bagagli, qualcuna di solo stress. Ho come avuto l’impressione di una regola non scritta che stabilisca il numero massimo di viaggiatori: due. Nel profondo conosco pure il motivo di questa intuizione.

Il vento non cessa e complice il freddo della sera il viavai tra le vie pedonali si fa più sottile, nonostante ciò i tavoli all’esterno delle birrerie rimangono gremiti. La gente, immagino per la maggior parte del posto, fronteggia spavalda il clima poco accomodante con profondi sorsi di Altbier. I piccoli bicchieri da due decilitri si svuotano velocemente et voilà!

Un segno di matita sul sottobicchiere e i solerti camerieri hanno già servito una nuova birra. È una danza che prosegue inalterata da centinaia di anni, giorno dopo giorno, come lo scorrere del Reno lungo la città. Dalla modernità di Medienhafen alle successive anse più a nord dove si è scritta la storia della città.

Il fiume scorre, la birra pure e le luminarie natalizie guidano il cammino dei passanti sempre più radi.

Dalla riva del grande fiume, guardando verso sud si scorge la magia. Accanto al Rheinturm una stretta falce di luna ha fatto la sua comparsa, il cielo privo di nubi è ora completo.

Il tempo e il fiume scorrono uno accanto all’altro mentre il vento, veloce, li supera.



***


27 dicembre 2022, ore 18.40

Dortmund



Su questo pianeta un mucchio di cose sono prevedibili, più di quanto possiamo capacitarcene. E così puoi prevedere che in una giornata di fine dicembre, in un parco che sorge presso una acciaieria abbandonata da decenni a nord di Duisburg, faccia freddo. Puoi anche facilmente prevedere che le stesse temperature ti accompagnino una cinquantina di chilometri più ad est, scesi a Dortmund dalla comoda poltrona di un ICE gremito.

Il vento che gentilmente ha spazzato via le nubi e la pioggia di ieri in fin dei conti non è stato al 100% gentile.

Le luci di Natale e le mille bancarelle di wuerst e gluehwine non riescono a modificare il clima, purtroppo solo l'aroma delle vie cittadine. Currywurst , churros e sentori acidi di vino e spezie sono solo dei trucchetti per scaldare giusto lo stomaco.

E giusto fuori dal centro dei festeggiamenti natalizi, in quello che poteva essere l’epicentro della rust belt europea, dei moderni colossei industriali sfidano la decadenza della storia.

Vari pannelli informativi che spiegano il funzionamento dell’altoforno, dell’estrazione della lignite o del trasporto dei materiali grezzi sono solo un preludio a ciò che attende gli avventurosi pronti ad arrampicarsi ad oltre settanta metri su scale di acciaio collegate ai vetusti impianti. Una salita buona solo a mettere a dura prova la propria resistenza alle vertigini, una ascesa che permette di ammirare altri relitti industriali, torri di raffreddamento e complessi produttivi disseminati tra la pianura e le colline della Ruhr.

Nel frattempo in città i negozi chiudono e i bar si riempiono. Non più minatori e operai delle acciaierie ormai chiuse da decenni, ma una moltitudine di persone dagli impieghi più disparati si rintana nei propri locali di elezione.

Ristoranti turchi di kebab si alternano a classiche kneippe tedesche, qua e là si trova un locale di hamburger piuttosto anonimo.

Forse è solo la magia delle feste, ma è davvero piacevole che nonostante la storia ed il passare del tempo la vita continui, che possa continuare ad evolvere.



***


30 dicembre 2022, ore 18.17

Mannheim



Sono cresciuto in un piccolo paese nel sud della provincia di Como, dove inizia la Pianura Padana.

Il paese è attraversato da nord a sud dalla ferrovia, in pratica dividendolo in due, a est un comune, a ovest un altro. Come due comuni diversi si siano spartiti un piccolo borgo senza molte attrattive rimane un mistero, ma il fatto resta.

Ed è pure inconsciamente rimasto in me un ricordo di quando ero bambino: avevo degli amici che abitavano nell’altra frazione, al di là dei binari. Andando a giocare il pomeriggio da loro, attraversando le rotaie sentivo come stessi passando un confine, come se ci fosse qualcosa di diverso. Ovviamente non c’era nulla di diverso, il confine non esisteva affatto.

Erano decenni che non pensavo a questa storia dei binari, almeno fino a ieri.

Uscendo dalla Hauptbahnhof di Dortmund, in direzione nord, anziché a sud verso il centro, ho riattraversato quel confine segnato dalla ferrovia. A nord della stazione si è aperto un nuovo mondo, una città differente. Non più negozi delle grandi catene, ma piccoli empori pieni zeppi di qualsiasi articolo, botteghe di abiti da sera un po' troppo appariscenti per i miei gusti e macellerie. Inoltre saloni di barbiere a non finire - a dire il vero anche in centro ce ne sono a bizzeffe – ma da questa parte sembra che barbe e capelli crescano ad una velocità sconsiderata.

Sui marciapiedi giovani mamme con il velo spingono con una mano il passeggino mentre con l’altra guidano sicure i piccoli che già se la cavano a camminare. Qualche anziano dalla barba più lunga e meno curata sgrana un rosario e le signore procedono troppo cariche di sacchetti della spesa.

Ci sono agenzie di viaggio con insegne della Turkish Airlines, ma in tutta sincerità, non ho sentito che parlare tedesco. Dell’ottimo Hochdeutsch secondo le mie orecchie ignoranti.

Sembra una città diversa, eppure è sempre Dortmund con lo stesso grigiore del Nordreno Westfalia, gli stessi ristoranti di kebab, la stessa lingua, gli stessi trasporti pubblici e servizi di nettezza urbana. Ci sono solo meno bandiere del Borussia, ecco la più marcata differenza.

All’inizio mi sono sentito sorpreso e disorientato, ma credo in fin dei conti di conoscere la risposta. Ma alla fine ho deciso di lasciare il senso di questa divisione alla ferrovia, i cui binari uniscono le persone di città differenti, ma che sembrano dividerle all’interno delle stesse.

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