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"Buongiorno tenerezza" e l'arte di Bea Merkel

Numerosi sono stati gli artisti che il 3 e il 4 ottobre 2020 hanno preso parte con le loro opere - molto diverse tra loro ma accomunate dalla volontà di trasmettere un messaggio forte , in alcuni casi di speranza e in altri di denuncia - alla mostra collettiva "Touch me softly or not" organizzata da Martina Sperduto per sensibilizzare sul tema della violenza sulle donne.

Tra le opere esposte al Mulino del Ghitello all'interno del Parco delle Gole della Breggia - tutte meritevoli di attenzione e portatrici di un senso profondo - si sono in particolar modo distinte quelle di Madeleine Staubli, Bea Merkel e Cora Pappalardo, che sono state premiate dalla giuria.


touch me softly bea merkel
Nella foto, da sinistra, Cora Pappalardo, Madeleine Staubli, Bea Merkel ©Touch me softly

Ci concentriamo qui su Bea Merkel, artista che ha partecipato alla mostra "Touch me softly or not" con l'opera Buongiorno tenerezza - premiata dalla giuria - soffermandoci anche brevemente sul suo percorso artistico.


Bea Merkel è di origine svizzero tedesca ma dal 2019 ha aperto il suo atelier a Parco Maggia. Lavora come maestra di scuola dell'infanzia, ma oltre a esercitare questa professione è sempre stata attiva artisticamente. L’arte, e in particolare la pittura, è la sua passione; mentre dipinge nasce un dialogo interiore che la accompagna e la guida nel processo di creazione dell’immagine. L’artista ama trasferire gli oggetti in un nuovo spazio pittorico, creando nuove relazioni tra loro, fino a costituire un nuovo insieme.

Bea Merkel nel suo atelier

Nei suoi dipinti non utilizza quasi mai colori brillanti, dato che il suo obiettivo è quello di costruire una superficie calma e gessata. La tecnica maggiormente utilizzata nelle sue opere è un misto acrilico su tela o legno. Numerose sono state le mostre e le esposizioni personali di Merkel nel corso degli anni, soprattutto nel Canton Zurigo.



L’artista ha trovato la mostra "Touch me softly or not" particolarmente emozionante, poiché ha permesso di discutere in modo sensibile e pubblicamente – attraverso il medium artistico e un programma diversificato – di un tema difficile e importante come quello della violenza sulle donne.


Bea Merkel, come detto, ha partecipato alla mostra con l’opera Buongiorno tenerezza, un dipinto realizzato con acrilico su tela di formato 70 x 80 cm in cui sono raffigurate due sottovesti femminili – una sui toni di un grigio-verde e l’altra sui toni del giallo - appese a delle grucce.


"Buongiorno tenerezza", acrilico su tela, 2020

Si tratta di indumenti che simboleggiano la privacy della donna, la sua intimità, in quanto vengono indossati direttamente sul corpo, a contatto con la pelle e accompagnano dunque la donna nella sua quotidianità, divenendo testimoni silenziosi e nascosti di quanto accade nelle sue giornate. Nell’opera, la donna a cui appartengono non è visibile, non è rappresentata fisicamente, ma le sottovesti alludono alla sua presenza, e lo spettatore può quindi immaginarne la personalità, le fattezze, i desideri, le speranze, le paure.


L’artista ha scelto di affrontare la problematica della violenza sulle donne con un approccio sottile, delicato, volto a rappresentare l’intimità e l'integrità della donna piuttosto che la violenza di cui purtroppo spesso finisce per essere vittima. Le sottovesti, rinviando alla nudità della donna, raccontano delle sue fragilità, del suo essere vulnerabile, e suscitano nello spettatore un senso di tenerezza e protezione nei confronti della persona che le indossa.



Lo stile di Merkel contribuisce a creare questo senso di vulnerabilità che traspare dal dipinto. Le sottovesti sono infatti rappresentate con un tocco essenziale, quasi stilizzato, che mette in luce la natura stessa degli abiti, ciò che sono intimamente, ossia il loro essere indumenti intimi, a contatto con il corpo e volti ad avvolgerlo, a proteggerlo. Le sottovesti rinviano poi all'integrità del corpo, all'essere persona fisica e morale intera, con un proprio mondo.

Il colore è denso, pastoso, materico, di una matericità che contribuisce a rafforzare la presenza fisica dell'oggetto rappresentato sulla tela.

Le pennellate dell’artista non definiscono, però, in maniera netta i contorni delle sottovesti, ma sono invece sfumate, lasciando intravedere spazi vuoti che contribuiscono a rafforzare il senso di fragilità di quegli indumenti, andando ancora una volta a creare quel senso di tenerezza evocato dal titolo dell’opera; tenerezza verso questi indumenti fragili, troppo leggeri per essere una corazza, tenerezza verso l’intimità della persona che li indossa, tenerezza verso la donna che ogni giorno affronta una lotta che rimane nascosta, celata agli sguardi degli altri.

Unendo matericità del colore a pennellate allusive, che non definiscono in maniera precisa i contorni ma preferiscono alludere, rinviare ad essi, l'artista riesce a donare ai suoi soggetti sia una loro forte presenza fisica sia un senso di precarietà, mettendo in luce il loro essere legati a un tempo e a uno spazio definiti, destinati a sparire come ogni cosa in questa vita.


Prima di giungere alla versione finale del dipinto che è stata presentata all’interno della mostra, Bea Merkel ha lavorato a lungo all’opera, elaborandone diverse versioni durante il periodo del Covid-19. Queste varianti mostrano come l’artista abbia profondamente riflettuto sul modo migliore per rendere il concetto alla base dell’opera e per rafforzarne il messaggio.



Osservando queste varianti ci si rende conto che Merkel ha lavorato per sottrazione, andando via via a eliminare degli elementi che comparivano nelle fasi intermedie del progetto. I soggetti dell’opera, nella versione finale, sono diventati unicamente le sottovesti, e gli altri accessori femminili sono stati invece ritenuti superflui nella rappresentazione del messaggio. Il lavoro dell'artista è dunque andato verso una ricerca della sintesi e dell'essenzialità, puntando alla rappresentazione di elementi che rispecchiassero davvero l'identità più intima della donna.


Tra gli svariati progetti artistici portati avanti da Bea Merkel figura anche la serie Blumen im Raum, composta da sei dipinti di piccolo formato (16 x 22 cm), e realizzata con lo stesso colore denso, stratificato utilizzato per Buongiorno tenerezza, il quale conferisce alle tele, oltre che una forte presenza materica, come detto in precedenza, anche un'atmosfera onirica, sospesa, che avvolge i soggetti con un velo di malinconia.



L'obiettivo dell'artista in questa serie è quello di posizionare dei singoli fiori all'interno di un nuovo spazio-immagine e con un nuovo colore di sfondo, inserendoli così in un differente contesto e permettendo di osservarli da un altro punto di vista.

Anche in questo caso i soggetti sono singoli elementi che diventano protagonisti del dipinto e di cui Merkel indaga l'essenzialità, il loro relazionarsi con lo spazio della tela e con l'ambiente circostante.


Lo stile di Merkel fa dialogare gli oggetti rappresentati nelle tele con la loro essenza e con lo spazio e, nel fare questo, riesce a rendere visibile il loro modo di essere nel mondo e a dar vita ad atmosfere particolari che ricordano un po' Morandi, ma un Morandi meno cerebrale, i collages di Matisse, ma con un diverso utilizzo del colore, e la malinconia delle tele di Modigliani.

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