Grazia Previtera nasce a Catania il 7 aprile 1983. Ama e frequenta la poesia fin dall'infanzia e nutre questa vocazione dedicandosi alla lettura dei classici e laureandosi in lettere moderne presso l'Università di Catania. Dopo la laurea triennale, consegue la specialistica in storia dell'arte presso l'ateneo di Palermo.
Da un decennio si dedica alla professione di guida turistica in Sicilia, Londra e Malta. Fautrice di progetti dedicati alla salvaguardia e tutela del patrimonio culturale siciliano si dedica attualmente alla creazione di percorsi poetico-culturali.
Nel solco della street art crea un percorso d'arte e poesia diffusa, per il quale conierà il nome "Poetry Street Art Way". Il fine è diffondere la poesia come elemento di riqualificazione urbana, l'arte come nutrimento del cittadino.
La Strada - magistra vitae - diviene il luogo privilegiato della bellezza.
Nelle sue poesie Previtera non usa segni di interpunzione, perché nella visione che ha della parola e del fluire del testo, i punti sono ostacoli alla visione, elementi che bloccano il flusso. Nelle sue poesie c'è però spazio anche per le pause e per il silenzio, elementi segnalati graficamente attraverso le alternanze di maiuscole e minuscole tra i versi. La maiuscola segna dunque un nuovo inizio dopo una pausa della voce e del pensiero.
Il trittico di poesie di Grazia Previtera che proponiamo nasce nel mese di aprile 2020. L'essenza dei testi è dialogica e in ogni poesia appare un Tu di riferimento. Il dialogo si rifrange come un raggio su tutto: dalla rotonda immobile sulla strada deserta alla natura.
I.
In questo silenzio di elicotteri
ambulanze e assenza
tu sei il mio castagno in fiore
fra noccioli e passi di formiche
La rotonda è gelata, immobile
ma la lucertola non lo sa
e sguscia via dal silenzio
col suo manto verde
muove il tempo
senza parole
II.
Amate figlie della terra
preferisco guardarvi
nel silenzio della parola
della città - deserta sagoma -
Papaveri garofani
il rubino buio e caldo
il bianco assordante
Sulla terrazza in sangue
assomiglio ai demoni
alle rocce bucate di mare
In lontananza un suono
un litigio virile di cani
e le mie ossa ricordano
che eri un ramo di ciliegio
il ciuffo di asparagi in mano
un mulino giallo di limone
nel giardino di tuo padre
a quel tempo la saja
non era di cemento
III.
16 aprile 2020
Lui prepara la pizza
lei ti infila il tampone
lui muore in tre giorni
anche se era un leone
Lei riceve la spesa
dallo sconosciuto
con gli occhi di quercia
Un bimbo disegna le more
fiori come stelle nel sole
Piange l'ubriaco
come un fondo di barile
lui regala giunchi e asfodeli
raccolti sulle lave di aprile
Un gatto venuto al mondo
lenisce il silenzio del cielo
Lo scrittore è morto
No. L'han solo sepolto
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